sabato 20 agosto 2011

Vibra ancora. Dalle 3 e 32 del 6 aprile 2009 L'Aquila non ha smesso di farlo.
Vibra la terra sventrata da se stessa
Vibrano i sensi ad ogni folata di vento che fa scuotere la porta - "La porta che fa quel rumore è il primo segno del terremoto" -
Vibra la rabbia per una ricostruzione che non c'è e per l'assistenzialismo che provoca assuefazione - "Con il terremoto ho capito che l'assistenzialismo è come l'eroina. Siamo stati drogati"
Vibra la voglia di ricominciare a vivere la propria vita proprio da lì, da dove quella notte la si era lasciata - "Dopo il terremoto tutto è cambiato: non ho più lo stesso compagno, non faccio più lo stesso lavoro, non frequento più le persone che frequentavo prima, non vivo più nella stessa casa" -
Vibra la voce che grida per farsi ascoltare - "La cosa più grande che potete fare per L'Aquila? E' tornare a casa e raccontare quel che avete visto al maggior numero di persone possibile" -
Vibra la nostalgia della città che non c'è più, dei borghi medievali che i bambini non ricorderanno e che hanno lascito il posto a palazzi "fotogenici" che nonostante il nome (C.A.S.E.) poco hanno a che vedere con l'essenza di "casa"
Vibra il pensiero che non si arrende all'efficientismo
Vibra la cultura, anche con fatica - "Oggi proiettiamo un documentario che parla della nostra vita e siamo in solo in 15. Ma dove sono gli Aquilani?"
Vibra la voglia di cambiare le cose, anche se forse il finale lo conosciamo tutti - "Sappiamo che questa è una battaglia persa in partenza ma stare fermi no. Dobbiamo almeno rompere le palle al meccanismo. Il più possibile" -

Vibra la vita sotto le macerie.






Ancora un click e forse tutto sarà più chiaro:

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